giovedì 12 luglio 2012

Parte II - I signori delle mosche


Dopo una serie di risate liberatorie, insulti non propriamente sussurrati al compagno Billy, elogi segreti alle radio di bordo ed alla Guardia Costiera di Ostia, nonché un bel pranzo a base di pesce gumbo e patatine, siamo di nuovo in marcia, questa volta per il giro via terra.
Entusiasti e felici di poterci addentrare nel regno di Pumba, Timon e compagni, armiamo le nostre macchine fotografiche e varchiamo una volta ancora le soglie del Parco Nazionale di Liwonde. Che però non deve avere in simpatia italiani e olandesi, sospetto. Infatti, dopo i primi cento metri, dai finestrini che ignari avevamo abbassato per tornare in casa con un sacco di antilopi, facoceri ed ulteriori elefanti racchiusi nelle nostre schedine SD, vediamo entrare decine di mosche di varie dimensioni che allarmano perfino il flemmatico Billy! Infatti la nostra guida si ferma, ci intima di chiudere ed armato di spray ammazzatutto inizia a spruzzare all’impazzata: sono MOSCHE TSÈ- TSÈ! O meglio, potrebbero esserlo. Come questa volta Giorgio Celli potrebbe spiegarci (sì, quella specie di Giuliano Ferrara appassionato di insetti, e dunque decisamente meno nocivo di quello appassionato di politica), la tsè-tsè non è banalmente una moschina che fa venire sonno, ma qualcosa di un filo più serio, diciamo. Per questa ragione, dopo che anche l’ultimo potenziale agente infettante era stato fatto secco a colpi di FLIT, mi sono goduta il game drive letteralmente avvolta in tutto il tessuto che avevo a disposizione, con i vetri dell’auto serrati e una temperatura interna che piacevolmente saliva di 5 gradi ogni minuto, in perfetta linea con la mia filosofia viveremale.it.


A fine giornata, il tramonto ed il sole infuocato che si appoggiava sulle nostre teste mentre gli elefanti si allontanavano uno dietro l’altro dalle rive del fiume, per andare a dormire sulle colline, mi hanno ripagato di tutte le scene di paura e delirio descritte ed ho imparato, che da queste parti, se sei una muzungu ansiogena ed urbana come la sottoscritta, il primo giorno temi la malaria, il secondo la tubercolosi, il terzo le formiche rosse, il quarto la mosca tse tse ed il quinto tiri un sospiro di sollievo e ti affidi soltanto all’entità soprannaturale che preferisci.

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